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BLOGVS | October 9, 2024

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7 libri foodcultural da viaggio, da zaino, da letto, da cucina

7 libri foodcultural da viaggio, da zaino, da letto, da cucina
Daniela Ferrando

In realtà questi sette libri sono letture foodcultural per tutte le stagioni. Anzi, non sono necessariamente letture: sono più libri da piluccare. Ma è forse a fine estate che abbiamo più tempo per riprometterci nuove conoscenze e nuove attività, nuove ricette e nuove esperienze.

Miele che cola

libro miele

A prova di… Miele – a cura di Marco Magri, con le ricette di Tiziana Colombo e la consulenza di Alessandra C. Giovannini. Trenta Editore.

Il miele è un universo, eppure molti si limitano al solo miele di acacia, chiaro e fluido e inequivocabilmente dolcissimo, guardando con scetticismo gli altri mieli.

Ma se da una parte ogni miele millefiori è la fotografia della biodiversità di un prato, dall’altra parte ogni miele monoflorale porta le caratteristiche riconoscibili del fiore da cui deriva. E di mieli monoflorali ce ne sono almeno 60 tipi per restare in Italia.

Alcuni di questi mieli si trovano comunemente, altri sono più rari. Ma il bello di questo libro è la scoperta della versatilità del miele e le sue applicazioni in ricette sia dolci che salate.

Un’altra diretta conseguenza del libro è lo stimolo a saperne di più sull’analisi sensoriale del miele, di cui in Italia AMI (Ambasciatori dei Mieli) è un riferimento. Diventeremo tutti più esperti?

Non solo arancine. O arancini

Cartoline dalla mia Sicilia – Alessandro Li Calzi aka l’Orso in Cucina. Trenta Editore.

Cartoline sì, ma di gusto. Alessandro o meglio Alex Li Calzi, meglio conosciuto come l’Orso in cucina, è un foodblogger seguitissimo e tremendamente convincente non solo per la golosità delle ricette – ricette realmente eseguibili – ma anche per la sua persona e la comunicativa, dal vivo come in video. Essere siciliano, positivo, caloroso lo facilita in questo senso.

Vorrei vedere voi a rimanere indifferenti vedendolo addentare i cibi che scopre o che prepara, momenti per i quali ha coniato l’hashtag #ilmorsodellorso.

Il libro alterna ricette e ricordi. Ci sono i momenti trascorsi in famiglia a Canicattì, gli insegnamenti della nonna, le ricette tramandate oralmente e ritrascritte.

E c’è quel fenomeno così meravigliosamente italiano e ancora più siciliano per cui ogni piatto – stranoto come i cannoli o più raro come la milanisa – è in realtà una variante unica, unicissima. 

Foraging etico con una maestra…

Eccp due libri sul foraging – la raccolta di piante selvatiche commestibili – e di entrambi è autrice Valeria Margherita Mosca, ricercatrice, esploratrice ed esperta di queste pratiche, in campo da anni, maestra di molti degli chef e creativi che utilizzano piante selvatiche e fiori nella loro cucina e in mixology.

Parliamo di La natura è la mia guida e di Alla ricerca della natura selvatica, per Fabbri Editore.

Sono libri-lezione che insegnano regole etiche e pratiche per diventare esploratori e raccoglitori consapevoli, non letture narrative per gitanti fighetti. Sono strumenti concreti, da consultare. Sono libri da zaino, leggeri e agili, pagine con cui sporcarsi le mani, dove lasciare foglie come segnalibro. Sono libri illustrati, con testi a domande-risposte.

Il primo è un vademecum del forager. Ci apre gli occhi sul fatto che la ricerca di cibo spontaneo è antica quanto gli esseri umani, ci aiuta a condurre ricerca e raccolta in sicurezza. Ci insegna a fare delle specie invasive non delle nemiche ma delle risorse. Parla di ambienti remoti ma ci attrezza anche al foraging urbano.

… per un’immersione nella natura selvatica

Il secondo è strutturato per stagioni – incluse le imprescrutabili stagioni intermedie – ed è la dimostrazione meravigliosa di come la natura offra nutrimento all’essere umano in forme diverse e in ogni momento dell’anno.

Appassionata di parole come sono, una delle parti di questo volume che più mi ha ipnotizzata per la sua ricchezza sono le tabelle descrittive. In particolare, le parti delle piante come la forma delle foglie: aghiforme, lesiniforme, lineare, lanceolata, ovato-lanceolata, ovata, peltata, spatolata, rotonda, reniforme, obovata, cordata (cioè a cuore), obcordata…

Ma al di là del selvatico come moda turistica, culturale o alimentare, qui c’è un vero e proprio paradigma educativo che non solo “ci permette di lasciare un’impronta minima sull’ecosistema, ma anche di vivere al suo interno con rispetto e consapevolezza e di immergerci nella natura, ma anche di scoprire sapori nuovi da portare in tavola”.

Il pregio maggiore di questi libri e dell’autrice? La chiarezza delle informazioni, che li rende veramente usabili per tantissime categorie di lettori-utilizzatori.

Castellina in Chianti in pagine. Da centellinare

Castellina in Chianti. Territorio, vino, persone – Armando Castagno, Tre Bit Editore.

Ma come si fa e leggere e non bere? Si fa. Se si legge bene, si beve meglio.

Anzi si degusta il libro come il buon Chianti che descrive. Armando Castagno ha riunito in un volume di quasi 400 pagine il terroir unico e complesso di Castellina in Chianti (uno degli 8 comuni del Chianti Classico), l’elemento umano con il ritratto di 37 produttori, la geografia della zona vitivinicola di questo comune in provincia di Siena, che occupa una superficie di 9.980 ettari a cavallo tra la Val d’Elsa, la Val di Pesa e la Valle del fiume Arbia, di cui 1.682 circa coltivati a vigneto – il comune più vitato di tutto il Chianti Classico.

Sorprendentemente, questo libro non è un catalogo, non è un’antologia, non è una mappa. O forse sì, ma in senso antropologico e narrativo oltre che enologico. Merito dell’autore affabulatore godibilissimo, capace di attrarre anche gli astemi.

Presto, a tavola, che è tardi!

A che ora si mangia? Approssimazioni storico-linguistiche all’orario dei pasti (secoli XVIII-XXI) – Alessandro Barbero – edizioni Quodlibet

Un librino dove non c’è neanche un’illustrazione. E neanche una ricetta. Eppure una vera goduria #foodcultural.

Altro che augurare o non augurare “buon appetito”. Qui si parla di quanto sia più aristocratico mangiare cosa e quanto e quando, presto o tardi, o talmente tardi che diventa l’ora del primo pasto per chi deve invece alzarsi all’alba. Qui si parla di socioantropologia dei pasti. Alessandro Barbero lo fa in modo accattivante.

Perché «La realtà è che gli orari dei pasti sono una costruzione culturale e cambiano non solo da un paese all’altro, ma da una classe sociale all’altra e anche da un’epoca all’altra.»

In questo libro siamo nel ‘700 e nell’800 e, spostandoci verso il ‘900, comprendiamo come il divario e il mutamento delle abitudini e dei nomi e dei modi e dei luoghi e delle quantità dei pasti racconti molto di più che semplici tavole apparecchiate. Diventa lo spaccato di culture mangianti di cui noi stessi siamo il risultato.

Mangiamo quello che siamo. Vi suona familiare?

Identità alimentari. Scegliere cosa mangiare senza pregiudizi – a cura di Healthyfood. Trenta Editore

L’identità alimentare è l’unicità di ciascuno di noi rispetto al cibo: l’insieme complesso e mutevole delle nostre preferenze, esigenze, storia, salute e cultura, condizioni e condizionamenti. Non è il menu, è molto di più: è la varietà e la verità dei gusti che ci profilano in modo unico.

Qui si rovescia in qualche modo il celebre “Siamo quello che mangiamo” perché, piuttosto, mangiamo quello che siamo. Ma è un libro inclusivo, che non giudica. Anzi: offre argomentazioni, dati, schede e liste di alimenti a uso di clienti, gourmet, chef, ristoratori e imprenditori che affrontano dagli onnivori più curiosi ai melariani più rigorosi. Tutti con le loro ragioni.

È un libro amichevole, facile da leggere, che traduce in parole e informazioni il progetto di un imprenditore digitale, Pietro Ruffoni, fondatore di Healthyfood, e di un team di tecnici della nutrizione. Prefazione Claudio Sadler, testi Daniela Ferrando (prima o poi dovevo dirvelo).

Daniela Ferrando