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BLOGVS | December 1, 2024

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Totò e Lile in cucina

Emanuele Bonati

“Caro Lettore, questa settimana i miei preziosi consigli, e i miei salaci giudizi, e le mie perspicaci osservazioni, e le mie dotte dissertazioni, abbracceranno come settimana scorsa una molteplicità di situazioni food che io, foodblogger con una reputazione, e un mio seguito, sono qui a dipanare per Te, mio appassionato fan, mio discepolo forchettato, mio… Va beh, lasciamo perdere. E sicuramente non sei solo, mio Lettore – e non sei nemmeno uno dei venticinque di manzoniana memoria – ma uno della folla, della moltitudine di appassionati degustatori ai quali mostro la GastroVia… E a Voi io dedico il primo spunto critico-recensorio di oggi, che mi sento di celebrare come una delle eccellenze del fast-food milanese: la focaccia tipo Recco di Marinoni in piazzale Cadorna.

Non si tratta di una diretta filiazione della pur celebrata focaccia ligure, e tuttavia rivela una manducabilità – specie se intiepidita – e una sapidità degne dei più rispettabili paragoni. Ve la consiglio senza dubbio – così come le focaccine cosiddette ‘del Forte’ in quanto originarie di Forte dei Marmi, dove venivano consumate dai villeggianti.

Il cibo di strada è tornato di moda. Lo era il panzerotto di Luini di cui ho scritto la scorsa settimana; lo sono le focaccine, e lo è questo piatto di street food e di goduria per gli organi del gusto: il delizioso fritto misto del Kiosko di Piazza XXIV Maggio: caldo, unto ma neanche tanto, fritto bene, tenero, i succhi gastrici e il colesterolo facevano la ola a turno. Il chiosco è una pescheria, con un angolo cottura, quattro tavolini in croce; la cottura produce fritti misti di scampi, anelli di totani, triglie, acciughe a getto continuo – ma ci sono anche carpacci e…”

“Totò!! Sei chiuso in bagno? Dov’è il mio portatile? Totò!!”

“Ma spesso il vostro spericolato reporter del gusto, l’elzevirista delle portate, lo scalco della carne viva dei cuochi, è costretto a riporre lo stilo, conculcato eppur non domo… ecco… pubblicaSTO ARRIVANDO!!”

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Scusate, ma mi vedo costretto a riprendere il controllo della mia rubrica, usurpata proditoriamente da Totò, per proporvi il nostro appuntamento settimanale alla ricerca della buona tavola milanese, e del “miracolo a Milano”.

“Allora io non ci vengo.”

Non puoi non venire: sai che senza di te non è la stessa cosa, su, non fare così, per favore…

Alla fine arriviamo da Lile in cucina, giovane (2010) grazioso locale in via Guicciardini: un’altra zona che nel giro di pochi anni ha visto un moltiplicarsi e rinnovarsi di locali ristoranti ecc.

Locale grazioso, anche se forse si poteva fare qualcosa di più nell’arredo; soft, penombra, una trentina di posti, musica gradevole ben in sottofondo (del tipo Bewitched e compagnia, tranquilla e piacevole…).

Menu – cosa prendiamo?

“Ah fai tu io voglio quello che prendi tu tanto se poi devo seguire supinamente i tuoi diktat e non posso nemmeno condividere con i miei amici le mie esperienze culinarie che poi mi dicono…”

Benissimo: lo stesso per tutti e due.

Mentre scegliamo, un assaggino di quiche ricotta e funghi tiepida, gradevole. Il ragazzo e la ragazza che fanno servizio in sala sono carini e gentili (sarà lei Lile? l’abbiamo letto da qualche parte… il cuoco è Alessio: Lile come suo diminutivo non mi sembrerebbe un gran che…).

Ordiniamo un bicchiere di Ribolla galla doc Petrucco 2010 ad accompagnare anzitutto il Baccalà mantecato su purea di cicerchie Slow Food e cracker al papavero. Il piatto si presenta bene, tre quenelle artisticamente disposte sulla purea, prezzemolo tritato fine fine come ornamento, cracker rotondo al centro. Buono.

“Sì, se lo mangi tutto assieme – baccalà cicerchie papaverocracker – è buono; ma se la purea è tiepida, il baccalà è freddo: l’hanno appena tirato fuori dal frigo? Così non mi va molto. E sembra che il cracker sia l’unico sapore con un po’ di nerbo.”

Totò ha ragione – il baccalà è (innaturalmente?) freddo. Ma l’abbinamento è indovinato (la temperatura, insomma), l’insieme funziona, magari ci sarebbero voluti due o tre cracker per tenere un po’ più insieme il gusto…

Linguine cozze e broccoletti. “La cottura è giusta” – vero. I broccoletti anche – un po’ troppo piccanti. Molto, forse – perlomeno, quanto basta a coprire il sapore delle (poche) cozze. “A me non dispiace – è vero, le cozze si perdono un po’, ma è un primo bello saporito.” Sui bordi del piatto, prezzemolo tritato fine fine.

Ganassino bollito con fleur de sel, salsa verde e patata schiacciata. “Ah, questo ganassino è proprio buono – morbidissimo, saporito, quel poco di fleur de sel a sottolineare la bontà della carne.” Molto buono, è vero; le patate schiacciate però se ne stanno lì sul loro piattoaparte (nessuno porta un po’ di olio, sale…?); lo scodellino di salsa verde in realtà contiene olio e prezzemolo (altro prezzemolo sporca i bordi del piatto), e non mi sembra di sentire altro (la salsa verde dovrebbe essere un’altra cosa – lo era quella di mia nonna, per cui…). “Però non è male.” No, carne buona, patate discrete, tutto assieme ok… ma insomma… “Hai ragione. Se tu prendevi qualcosa di diverso, potevamo capire qualcosa di più sulla cucina di questo locale.” Io??


Crema di mascarpone con frutti di bosco. Senza prezzemolo ornamentale. Frutti al naturale sul fondo della tazza. Crema di mascarpone a riempire. Se uno si aspetta una specie di crema tipo tiramisu, soffice morbida zuccherina montata dagli albumi dalla frusta… “Guarda, non riesco nemmeno a infilare il cucchiaino!” Non fare lo scemo: è mascarpone, mica torrone. Però è veramente densa, e un po’ pesante – non tanto dolce. “Sai cosa? Non stanno molto assieme, mascarpone e frutti di bosco. Buono ma pesante l’uno, buoni gli altri ma forse un poco di zucchero ci sarebbe stato bene.”

Caffè.

Sessanta euro a testa – non possiamo dirci proprio soddisfatti. “Allora: le varie cose che abbiamo mangiato, prese singolarmente, sono buone, cucinate bene, molto bene anzi. Dove manca qualcosa è nel metterle assieme, mi sembra – un qualcosa che leghi le cose fra loro. I frutti di bosco sono e mascarpone, non con mascarpone. “Ma il baccalà e le cicerchie stavano benissimo assieme grazie al cracker al papavero.”

Insomma, da rivedere per forza – anche perché comunque ci sono molte proposte che attirano (fra menu di sala e on line, risottiinteressanti, insalata di carciofi, carciofi fritti, parmigiano reggiano bio, rucola e mandorle condita con citronette, Flan di broccoli con salsa al pecorino sardo, Vellutata di lenticchie di Ustica con erbette saltate, Orecchiette fresche al pesto di pomodori secchi con scaglie di ricotta salata di bufala, Roastbeef di fassona piemontese ai ferri con patate al rosmarino,  Coniglio alla “bagna nera” con puré di patate), e gli ingredienti sono tra i migliori…

Lile in cucina

Via Guicciardini 5
20156 Milano
0249632629

Emanuele Bonati

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