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BLOGVS | April 24, 2024

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Modus bibendi 03: W i brandy italiani

Modus bibendi 03: W i brandy italiani
Daniela Ferrando

Se siete baby-boomers, i Caroselli li ricordate, con “il brandy che crea un’atmosfera” o con ambientazioni, penombre e dialoghi vagamente James-Bond-esque. Poi, una lunga dissolvenza – nessuno parla più di brandy – e arriviamo fino a oggi. Il brandy deve farsi riscoprire. Tanto più se è brandy italiano prodotto artigianalmente. Con pairing, piatti e riti, sarà un’opera di seduzione.

Definiamo il Brandy Italiano Artigianale

Il Brandy Italiano Artigianale è un distillato di vino italiano invecchiato in botte di rovere.
“Nasce dal “viaggio” che la materia prima, l’uva, compie attraverso fenomeni naturali e procedure tecniche che, mutando il suo stato fisico, la trasformano e determinano il risultato finale.” così recita la descrizione concorde di 4 produttori che coraggiosamente rivendicano la loro originalità contro le facili omologazioni: sono Capovilla Distillati nel Veneto, Villa Zarri nell’Emilia, Pilzer e Pojer e Sandri nel Trentino.

Non fanno solo Brandy, i 4 produttori-moschettieri: Capovilla produce anche rhum, grappe e distilla frutti rari e antichi. Villa Zarri trasforma in brandy il Trebbiano Romagnolo ma produce anche liquori, amari e acquaviti. Pojer e Sandri copre l’intera filiera dal grappolo al brandy distillando i propri vini ma produce anche grappe e aceti. Dalla distilleria Pilzer escono anche grappe e un gin.

Cosa vuol dire distillare artigianalmente


Goccia a goccia. Distillare artigianalmente non vuol certo dire ingegnarsi in esperimenti irriproducibili, ma spingere la ricerca e perfezionare la sperimentazione anche in piccolo, spesso realizzando strumenti su misura, curando personalmente i passaggi. Coltivando la lentezza. Dicendo molti NO – no agli aromi, allo zucchero, al caramello, a qualsiasi manipolazione o trattamento.

Seduzione vuol dire portare con sé: dove ci porta il Brandy?


Ci sono pairing da sperimentare in purezza e uno è quello con i formaggi, specialmente gli erborinati, in escalation di stagionamento. Bravo Stefano Caffarri che nell’evento pilota sui brandy italiani ne ha selezionati quattro proponendo alla degustazione un magnifico crescendo!
Ci sono piatti da inventare con il brandy come ingrediente: per esempio risotti, magari valorizzando le erbe selvatiche, vero patrimonio dei territori!
Ci sono riti in evoluzione, come la cena light con minicocktail e piattini con due-tre ingredienti, pochissimo trattati, per mettere in chiaro che il valore conta più della quantità.
Sì, ma quanti mixologist stanno lavorando con il brandy?

C’è spazio per corteggiare questo distillato.
Perché è certo, il brandy vuole farsi riscoprire.

Daniela Ferrando

[Immagini a cura di Laura Sbalchiero]

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