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BLOGVS | December 1, 2024

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Anna Maria Pellegrino

Dieta mediterranea Patrimonio dell’Umanità – ma non della Padania

Nei giorni in cui preziosissime vestigia del passato, già dichiarate Patrimonio dell’Umanità – Pompei ndr – manifestavano la loro estrema fragilità e la palese inettitudine di coloro i quali dovrebbero proteggerle, l’Unesco ha dichiarato ugualmente preziosa la Dieta Mediterranea e la sua coloratissima piramide alimentare.

Curiosa come una scimmia sono andata a spulciare nella mia rassegna stampa perché mi ricordavo di un’affermazione della sottoministra Francesca Martini: nel 2008 aveva dichiarato che la Dieta Padana (e cioè riso, patate, radicchio trevigiano, asparagi, carne alla griglia, mele e pere – e la polenta sopra ogni cosa, con la sostituzione dell’olio con il più nordico burro) era molto meglio di quella mediterranea e che avrebbe, forte delle sue deleghe e delle sue competenze, fatto di tutto per promuoverne la diffusione e il riconoscimento a livello internazionale. Si era unito al coro anche l’allora ministro dell’agricoltura, oggi governatore del Veneto – per poi affermare, forse perché a conoscenza delle cose del mondo, vista la sua precedente esperienza di pr di discoteche jesolane, che forse sarebbe stato meglio chiamarla Dieta Italiana.

Tanto per dire – la polenta, che io adoro sia nella versione Biancoperla che in quella Marano, è sempre stata associata alla pellagra ed alla povertà: malattie che sono state debellate grazie all’impegno di un’intera nazione e ad un indubbio affrancamento culturale. Che forse non ha raggiunto tutti.

Maledetto campanilismo! Un generale amico di famiglia era solito dire che la persona più pericolosa, per il benessere generale, era l’Imbecille Volonteroso, spronato da una voglia incredibile di fare ma deleterio in quanto inadatto all’esercizio della ragione.

Nel 2009, dopo un intensissimo lavoro di diplomazia, 4 nazioni hanno invece presentato all’Onu la richiesta di annoverare la Dieta Mediterranea nei Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità: Italia con Grecia, Spagna e Marocco. Ed a Nairobi, lo scorso 16 novembre, la dieta mediterranea è diventata Patrimonio dell’Umanità e quindi da tutelare.

"Mandamientos (comandamenti) della dieta mediterranea a Soria" Foto contafisca / http://www.flickr.com/photos/xtrex/

Ovvio che alla voce “Dieta Mediterranea” mi sarei aspettata di trovare al primo posto fra gli Stati richiedenti “Italia” – invece l’ordine è Spagna-Grecia-Italia-Marocco. Ordine deciso dagli Stati richiedenti stessi, non casuale o che so io. Mah.

Vuoi vedere che visti i precedenti riconoscimenti, ovvero l’Opera dei pupi siciliani ed il  Canto a tenore sardo, e visto quelli che verranno proposti l’anno prossimo, ovvero l’arte della pizza napoletana e la coltivazione ad alberello dello Zibibbo di Pantelleria, ai padani esponenti politici gli è andato l’elmetto celtico per traverso?

Voglio anche ricordare qui Angelo Vassallo, sindaco del comune di Pollica, nel Cilento (il Cilento, assieme a Soria in Spagna, Koroni in Grecia e Chefchaouen in Marocco sono le quattro comunità che rappresentano la Dieta Mediterranea nei rispettivi Stati), assassinato nel settembre di quest’anno. Anche grazie a Vassallo, il comune di Pollica è stato l’epicentro degli studi sui regimi alimentari mediterranei (molti degli studiosi del Seven Countries Study, lo studio che nel 1980 ha stabilito scientificamente la salubrità della dieta mediterranea, come Ancel Keys, Jeremiah Stamler, Flaminio Fidanza e Martti Karvonen, avevano stabilito la loro residenza estiva nella frazione comunale di Pioppi), e lo stesso Vassallo si è fatto promotore nel 2009 della proposta di inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni dell’umanità (e a lui la delegazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, presente in Kenya per la proclamazione, ha dedicato il il riconoscimento).

Primo congresso sulla dieta mediterranea a Pioppi. Foto Mondo del gusto-EAT http://www.flickr.com/people/mondodelgusto/.

Grazie anche da parte di noi “polentoni”.

Anna Maria Pellegrino

con la collaborazione di Emanuele Bonati

lacucinadiqb

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