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BLOGVS | December 1, 2024

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Dal Vesuvio la parola #foodcultural: #pellecchiella

Dal Vesuvio la parola #foodcultural: #pellecchiella
Daniela Ferrando

Ecco una parola allegra come una tarantella. Pellecchiella. Cioè il nome popolare di una albicocca tipica delle falde del Vesuvio. Il nome scientifico invece è Prunus Armeniaca e denuncia la lontana origine. Armeniaca, letteralmente dall’Armenia. Viaggiano i cibi, viaggiano le parole.

#pellecchiella

[pellek’jèlla], sost. femm. dialettale di area campana, come suggerisce anche il suffisso -ella. C’è un chiaro riferimento a “pelle” che nel caso di un frutto è ovviamente la buccia. La Pellecchiella infatti si sbuccia facilmente. Quanti sbuccino l’albicocca per gustarla non lo so: ho sempre pensato che la vera goduria estetica di un’albicocca fossero la polpa soda e succulenta che si separa dal nocciolo e la buccia picchiettata di colore.

Chef Carmine Mazza Villa Fiorella

L’albicocca Pellecchiella, che è anche presidio Slow Food, di colore giallo-arancio, profuma intensamente, è grande, dolce e succosa. Ideale per confetture, sciroppi e succhi. Siamo nella Campania Felix – dove “felix” vuol dire “fortunata”, attenzione. E la fortuna sta nella fertilità del terreno vulcanico e nell’abbondanza dei frutti. Scusate se delle piante di albicocco in area vesuviana parla già Plinio il Vecchio nel I sec. d.C. elencando le prime fioriture primaverili “ab ea proximae florent Armeniaca “Vicini a questa fioriscono gli albicocchi…”

L’ultima volta che ho incontrato la parola #pellecchiella?

La pellecchiella l’ho incontrata in un luogo che è giardino di giardini, cioè la Penisola Sorrentina. Più precisamente a Villa Fiorella, un Art hotel affacciato sul mare. Da una parte vedi Capri, dall’altra Procida e il golfo di Napoli. Dietro c’è Massa Lubrense e un verde lussureggiante, ricco di alberi da frutto. Il tutto sotto un cielo che è uno spettacolo in sé.

 

Dentro e fuori l’hotel-relais, ti circondano opere di arte contemporanea – ed è una collezione variabile, in parte stabile, in parte in vendita. Perché un art hotel è come una galleria d’arte, ma in un contesto incredibilmente più strutturato. Se un’opera ti piace, molto probabilmente può diventare tua. Questo è lo spirito degli art hotel, che il proprietario Alberto Colonna ha sposato in pieno.

La mia pellecchiella era, a sorpresa, una delicata riduzione in un lingottino di baccalà ricoperto di salsa al pomodoro e striato di pellecchiella. Quindi albicocca in un piatto salato: creazione dello chef Carmine Mazza, dominus a Terrazza Fiorella, il ristorante gourmet della struttura. Allo chef piace citare il territorio e le tradizioni, street food compreso, ma in chiave alta. Ecco che durante la cena ha servito anche una versione ultrasofisticata di carciofo al cartoccio, di polpo nel suo brodo, di delizia al limone.

Per saperne di più

Villa Fiorella art hotel opera Borrelli

Nell’immagine, Boccale 22, un pezzo del progetto Ri-contenersi di Domenico Borrelli, e cura di Shazar Gallery Napoli.

Sulle albicocche vesuviane, un approfondimento. Qui.

Terrazza Fiorella è prenotabile online. Fa parte di Villa Fiorella Art Hotel, Via Vincenzo Maggio, 5. Massa Lubrense (NA). tel. +39 081 878 9832

Daniela Ferrando