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BLOGVS | April 19, 2024

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La frase della settimana

Emanuele Bonati

 Quest’anno ho attaccato il termine fast-food nella sua accezione negativa. Ho presentato 3 piatti di riso e 3 piatti di pasta, che sono fast-food, ma di altissimo livello qualitativo. Tutto questo per parlare di un’idea: l’alta cucina rimane troppo arroccata su se stessa, ad un livello quasi asettico, dove si perde il contatto con il fruitore, con la gente normale. Ho deciso di comunicare con i giovani, che usano il fast-food, innanzitutto per ragioni economiche, per poter arrivare a loro. Ho voglia di riuscire ad arrivare ad un contesto di più ampia scala.

Questa esigenza necessita dell’organizzazione di un processo industriale, ove poter riprodurre dei moduli/ricetta, in quantità, con qualità, facendo venir meno il pensiero comune negativo del fast-food. Nessun’altra nazione al mondo in uno spettro di tempo che va dagli 8 ai 15 minuti può produrre un capolavoro gastronomico come si può fare in Italia, con un piatto di pasta: e questo è “fast-food”. Non è qualcosa che ha bisogno di “slow”, di giorni di preparazione. Ha bisogno diconcetti “slow”, di prodotti pensati “slow”, e poi risulta sano, giovane, allegro e divertente.

La pasta è l’ultimo baluardo per difendere il made in Italy nel mondo (e ce lo stiamo facendo un po’ rubacchiare). 

Davide Scabin, intervista a Marco Aruga per Artscapes

http://blog.contemporarytorinopiemonte.it/?p=8481

 

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