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BLOGVS | April 19, 2024

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Il Glicomane: una storia eccessiva?

Il Glicomane: una storia eccessiva?
Emanuele Bonati

Come viene in mente il nome del protagonista della Metamorfosi al protagonista di questo racconto? Motu proprio. Quante persone (in molti Paesi) hanno iniziali G.S.? Una pletora. Com’è la moglie del protagonista? Una donna di non comune bellezza, dai profondi e inquieti occhi neri, l’incarnato bruno e luminoso, le forme sensuali e pericolosamente erotiche (ovvio: la signora Pina è già maritata Fantozzi). Il luminare francese? Sulla settantina ben portata, un bell’uomo per antonomasia, un metro e ottantacinque, fisico atletico, abbronzatura da barca a vela, rughe disposte decorativamente così come l’argentatura dei capelli forti e morbidi, sguardo caldo e rassicurante, occhi di un azzurro intenso (e che altro? Castani?), voce profonda e pacata. E la ragione profonda del viaggio in Grecia? “Un cammino interiore, di conoscenza di me stesso in un momento di passaggio. Lo sento”. E l’approdo del protagonista alla mistica? Avviene dopo anni di studi ebraici frequentati con cadenza rapsodica ma indubbia dedizione. E ovviamente aveva studiato il neoellenico da autodidatta, lo parlava con pronuncia pressoché impeccabile, cantava il repertorio del rebetiko e degli amenedes, ballava hasapiko, zeibekiko e tzamiko. La casa del medico (olistico) greco ha un incantevole giardino, è a più unità collegate da cortili scalette ballatoi, verande, pergolati, bougainvillee. E lui ha un fisico perfetto per le danze telluriche maschili di cui sopra. E il suo studio ha una densità di oggetti da cento ere e cento civiltà, tanagree e precicladiche, bunraku e pupi siciliani, e una marionetta di Podrecca, anzi del Teatro dei Piccoli di Vittorio Podrecca, e icone monete bouzouki…

Tutto questo in uno dei librini della Piccola Biblioteca di Cucina Letteraria pubblicata da Slow Food – collana carina, anzi, molto – con qualche titolo magari meno riuscito.

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Il librino da cui eccetera è Il Glicomane. L’uomo che diventò un dolce, di Moni Ovadia. Slow Food Editore, 48 pp., 5,90€.

Alcune pagine belle, molto belle, come il percorso del protagonista alla ricerca scoperta degustazione di una serie di dolci più o meno tipici tradizionali internazionali. Con descrizione degli stessi, particolari storia tecniche tradizioni. Appendice finale su khalvà (con ricetta) e dolci ebraici (i testi storico gastronomici e le ricette sono di Antonio Attorre e Cinzia Scaffidi).

Emanuele Bonati

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