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BLOGVS | December 1, 2024

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Ho visto un Re (Panettone…)

Emanuele Bonati

“Dai dai, conta su…ah be, sì be….”
“Ho visto un re.”
“Sa l’ha vist cus’è?”
“Ha visto un re!”
“Ah, beh; sì, beh.”
Cominciava così una vecchia canzone di Dario Fo. Bellissima.
Anch’io ho visto un re. Un grande re, che regna incontrastato, e il cui regno, inizialmente limitato a Milano e Lombardia, si è via via esteso al resto d’Italia, e al mondo.
Si tratta di Re Panettone, celebrato con una due giorni qui a Milano, sabato e domenica scorsi all’ex-Ansaldo di via Tortona: schiere di pasticceri che proponevano la loro idea di panettone, che era sempre quella tradizionale ma arricchita, approfondita, integrata e resa nuova e diversa lasciandone inalterato lo spirito profondo, l’origine. Così, alle uvette e canditi si sostituivano il cioccolato, i marroni, i frutti di bosco, le mandorle e la frutta secca, l’ananas; le cupole si innalzavano più o meno, a volte erano cosparse di granella di zucchero, o mandorle; gli impasti erano arricchiti con limoncello, spumante, birra…

Arrivo alle 11: non c’è molta gente, man mano ne arriva un po’: entriamo, e in poco tempo il salone si affolla, gente famelica si assiepa ai banchi dove solerti indaffarati cuochi pasticceriaffettano spezzettano sminuzzano panettoni di ogni forma o meglio di un’unica forma  declinata in decine di varianti più o meno cupolose rigonfie arrotondate decorate. Il bello e il brutto di queste manifestazioni è che sei a contatto con prodotti e produttori anche lontani – e che non siete tu e loro, ma tu e tutto il mondo…

Tanti panettoni, altrettanti pasticceri. Non era una gara, ma un’esposizione degustazione: li ho assaggiati pressoché tutti, ma non per farne una classifica, né una recensione. Per questo mi piace riportare qui l’elenco delle pasticcerie partecipanti:

BACILIERI, Marchirolo VA

BONTÀ (S. Minuz), Nerviano MI

BOUTIQUE DEL DOLCE (A. Zoia), Concorezzo MB, Cologno Monzese MI

BULETTI, Airolo, Canton Ticino, SVIZZERA

CAPRICE (F. Camplone), Pescara

COMI, Missaglia, Merate LC

DOLCECCETERA (A. Magri) Settimo Milanese MI

DOLCE VITA (A. Del Trotti), Costigliole d’Asti AT

CRISTALLI DI ZUCCHERO (M. Rinella), Roma

DALL’OMO, Verona

DE RISO, Tramonti SA

FORNO DELLA BONTÀ (R. Mattavelli), Palazzago BG

GIAMBERLANO (V. Tagliazucchi), Pavullo nel Frignano MO

GOLOSI DI SALUTE (L. Montersino), Alba CN e, co. Eataly, Torino, Tokio, New York

LIVIERO, Santa Maria della Versa PV

MARIGLIANO, San Gennarello di Ottaviano NA

MARRA, Cantù CO

MARTESANA (V. Santoro), Milano

MERLO (M. Bonanomi), Pioltello MI

MORANDIN, Saint-Vincent AO

NATALE, Lecce, San Cesario LE

NUOVO MONDO (P. Sacchetti), Prato

OL PASTISSER (D. Duci), Clusone BG

PAN DELL’ORSO (A. Di Masso), Scanno AQ

PEPE, Sant’Egidio Monte Albino SA

PERBELLINI, Bovolone VR

PREGIATA FORNERIA LENTI, Grottaglie TA

RAFFAGHELLI (M. Peruzzini), Mortara PV

SARTORI, Erba CO

SERDOLCE (S. Pontoni jr.), Remanzacco UD

SERVI, Roma

TABIANO (C. Gatti), Tabiano Terme PR

VECCHIA MILANO (O. Parisi), Milano

ZAGO (M. Chiaradia), Prata di Pordenone PN

Possiamo notare la presenza di numerose pasticcerie del centro-sud: e le loro riletture del dolce milanese per definizione non avevano assolutamente niente da invidiare a quelle per così dire autoctone. Anche le versioni più dissacranti avevano al loro fianco quelle più tradizionali. E tutti i panettoni – del nord come del sud – nella versione-base erano buoni, con punte di meraviglia, mentre due o tre delle versioni “nuove” forse lasciavano un po’ a desiderare.

Qualche segnalazione di gusto molto personale: il panettone alla birra di Zago non era niente male, interessante; Cristalli di Zucchero e Servi da Roma, ottimi; e De Riso, e Tabiano, Merlo, e Ol Patisser buonissimi… Sartori Vecchia Milano Golosi di salute Sal De Riso… Bontà, Ma forse è meglio vedere qualche foto.

Emanuele Bonati

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