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BLOGVS | April 25, 2024

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4 Comments

#BAD2011 – Blog Action Day: parliamo di Food

Emanuele Bonati

Oggi in tutto il mondo (80 paesi almeno, se non sbaglio) i blogger sono invitati a parlare di questo argomento – anche perché oggi, 16 ottobre, è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione.

Anche BlogVs partecipa. Già – ma cosa scrivere? Sono tanti i pensieri, gli spunti, gli argomenti che si affollano fra le lettere della mia tastiera.

La fame nel mondo. Può essere una buona partenza, classica. Una volta, quand’ero più giovane, si parlava dei bambini del Biafra – mangia la verdura, pensa ai poveri bambini del Biafra che muoiono di fame! – che effettivamente, a causa della guerra civile in quella regione (siamo alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso), morivano come mosche – e la televisione ci proponeva immagini di questa piaga, in una spettacolarizzazione – per quanto ancora rudimentale – che aveva un suo scopo, di sensibilizzazione innanzitutto, un fine, un’etica.

La televisione. Anche dell’alimentazione la allora giovane tv fece materia di spettacolo, con le inchieste di Mario Soldati, e a seguire con il garbo e la passione di Veronelli e di Ave Ninchi, che sono (ahimé? o grazie al cielo?) all’origine della pletora di programmi e programmini e show e reality che allietano o affliggono, a seconda dei punti di vista, le nostre serate, popolate ormai da tanti cappelli da cuoco quante ballerine tangate…

Gli chef. Cuochi che spuntano dappertutto, su tutti i canali, concorrenti giudici testimonial protagonisti comprimari esperti. Cuochi che sponsorizzano pubblicizzano creme, brodi, elettrodomestici, che propongono gelati surgelati scatoline scatolette. Che propongono hamburger da fast food.

E via a parlare di slow food, fast food, consapevolezza, impronta biologica degli hamburger. La dieta mediterranea vs quella di Beverly Hills. Il ristorante la trattoria, lounge bar e trani. E tutti i posti i luoghi le persone che ti danno ti fanno ti comunicano il mangiare, il bere.

Fast food contrapposto a slow food, come se non si potesse essere fast e slow allo stesso tempo, brancicare patatine bisunte e sgranocchiare cuori di finocchio ecocompatibili e carotine biodinamiche, alette di pollo frittolente e petti di pollo biodinamici.

E grazie al cielo per i food slow, da amare e proteggere, i cibi di strada da mangiare per strada e nei salotti, il salottiero parlare di cibo mentre si mangia cibo discettando sul cibo mangiato e pregustando verbalmente quello che si mangerà, in una bulimia da anoressici in pectore ma gargantuelici in ore.

E di tutto questo cibo mangiato parlato – che fare di quello che avanza? Di quello parlato, libri libretti tomi volumoni, alla morte del libro stampato a favore dell’ebook multimediale si contrappone infatti una valanga di libri a stampa, di cuochi ed esperti, di personaggi e di programmi televisivi. La carta stampata, destinata sembrava a incartare pesci al mercato, si ricompatta in pagine colori formati sempre più attraenti e appetitose, in volumi voluminosi e riviste rivistaiole. Parole spese scritte parlate che forse spiegano ma forse non dicono il piacere del food, il cibo come cultura e culture.

E di quello mangiato? Il cibo che c’è e quello che è in più, e cosa farne e dove metterlo, meglio buttarlo che elaborarlo, che impacchettarlo e usarlo per bombardare la denutrizione, la fame, la miseria. E in Africa nel mondo, e a casa nostra, in Italia, le file dei poveri alle mense francescane, gli spigolatori di scarti alla fine del mercato settimanale, e i bancarellai che allungano una busta un sacchetto un frutto un sorriso ai vecchini labili e flebili che si aggirano fra le golosità del mondo. E dire grazie, dentro, perché il cibo ti nutre il corpo e l’anima, se lo mangi, se lo cucini, se lo dai.

E a voler rivedere questo mio post – affabulazione affamatoria e affamata, delirante e polimorfa – magari mi vien fame. Ma anche questo è food.

Emanuele Bonati

Comments

  1. un post di molte portate, Emanuele: gran bel contributo per il BAD 2011!

  2. Forse ho tralasciato qualcosa…

  3. Sam

    “…perché il cibo ti nutre il corpo e l’anima, se lo mangi, se lo cucini, se lo dai…”
    Prendo spunto dalle tue parole che ben commentano la mia giornata di domenica scorsa: ho partecipato alla prima lezione di un corso di pasticceria etnica (eh già) organizzato da un gruppo di donne che promuovono l’incontro e la conoscenza tra persone che provengono da paesi diversi in quel di Desio, presso la sede dei missionari saveriani. E’ stato un grande successo! Eravamo in tante ad assistere alla lezione di Chedia, splendida cuoca tunisina che ci ha mostrato come realizzare i Makrud, biscotti di semolino ripieni di datteri e mandorle. Mentre impastava, frullava e tagliava ci raccontava dei momenti di convivialità nel suo paese in cui il cibo, i dolci non mancano mai, preparati per tempo e riposti in scatole e cassetti, sono lì pronti per essere offerti ai vicini, perché ti aspetti che qualcuno possa sempre passare a trovarti, alla fine di una giornata di lavoro, per un saluto veloce o dopo una lunga assenza.
    E’ stato un bel pomeriggio, tra i semi di sesamo e il tè caldo l’atmosfera era positiva e invogliava a raccontarsi. Generosità e curiosità.
    Volentieri parliamo di food dunque e continuiamo a farlo.

  4. Grazie Sam – che bello, che cosa bella e dolce, condividere cucinare vivere assieme un momento così… e poi… DOVE SONO I BISCOTTI!????

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