Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

BLOGVS | December 1, 2024

Scroll to top

Top

Mangiare easy a Milano

Mangiare easy a Milano
Daniela Ferrando

Diciamo subito che cosa vuol dire “easy”: facile, agile, comodo, informale. E magari anche a un prezzo ragionevole. Ma che cosa si intenda per ragionevole, è ragionevolmente diverso da città a città, da cucina a cucina, da budget a budget. Qui tre esempi su Milano dotati di descrizione, indicazione di costo e un consiglio testato.

Easy Asian da “Mani in Noodles”

noodles grosso piattoCom’è? Comodissimo e al tempo stesso abbastanza tranquillo a un passo dalla Stazione Centrale e da Repubblica. Mani in Noodles è il regno della pasta orientale fatta sul momento dal proprietario e chef Pengfei Yu dietro un’intera parete vetrata, con una maestria ipnotizzante. Acqua, farina di grano tenero gli ingredienti. E azione. Che è tutta uno sbattere, torcere e tirare e ha una sua sonorità ritmata. Due, tre, quattro tirate e il panetto di pasta si trasforma in fili di diverso calibro – i noodles. A quel punto siete conquistati, sia che abbiate ordinato, sia che dobbiate ancora scegliere.

I noodles si mangiano a pranzo e a cena in brodo come ramen o saltati in padella in una serie di combinazioni con carne, pesce, vegetariane o vegane. Sono 5 le misure in menu, da ipersottili a grossi fino alla pappardella. Nel menu, anche tanti antipasti, ravioli (di maiale, pollo o verdure) compresi, ma anche gli involtini primavera, i funghi con wasabi, l’insalata di Tofu con sedano e quella che mi ha fatto innamorare di cetrioli e arachidi. Frugale e geniale. Ci sono anche i dolci, of course.

Quanto costa? Si può mangiare anche under € 25.

Il Consiglio testato: scegliete i noodles di tipo grosso, che ricordano i pici toscani. Una goduria per tutti i sensi, perché li sentite con ogni papilla. Le successive misure, tagliatelle e pappardelle sono semplicemente più larghe.

Mani in Noodles. Via Aminto Caretto 8. Milano. tel +39 339 886 5978

Easy emiliano da Dispensa Emilia

Dispensa Emilia è un format con numerose insegne – esattamente, al momento in cui scrivo, 4 locali a Milano e altri in giro per l’Italia, Emilia compresa. Buon segno, perché se Dispensa Emilia è credibile anche per gli emiliani autoctoni, promette bene a maggior ragione per tutti gli altri amanti di tigelle, tagliatelle, tornelli, tiramisù…

Come format è basato sul concetto di replicabilità, qualità costante, richiami alla cucina emiliana, che è ben condita, gioviale, abbondante. E cucinata sul momento. O meglio, organizzata con pre-lavorazioni astute che permettono di uscire con piatti cucinati sul momento. E se per le tigelle è facile, perché le si cuoce e le si farcisce e le si mette nei cestini assortiti, la pasta è un po’ prova del nove, accettabilmente superata. Le paste in menu – la meno emiliana ma ormai molto nazionale è quella col pesto – possono essere variamente condite. Con il supplemento di sugo facoltativo – loro lo chiamano “il rinforzino” per 1,50 € in più.

Quanto costa? Cestini di tigelle, primi e secondi costano intorno ai €10, i taglieri cira €20 e si possono tranquillamente dividere in due. Insomma con € 20 a testa si mangia e si gode.

Il Consiglio testato: Tortelloni conditi con scaglie di grana e aceto balsamico – un condimento più leggero ma sempre corroborante.

Dispensa Emilia. Oltre 30 ristoranti, in diverse città. Il più nuovo a Milano? A Bicocca Village

Easy no waste da Modus

Da Modus in via Maffei angolo Fogazzaro, una cena, tante cene (cilentane) con tanti chef uniti contro lo spreco. Come funziona? Una volta al mese, uno chef ospite entra nella cucina di Paolo De Simone e sforna un menu del riciclo. Questa è l’andata. Come nei tornei, è previsto il ritorno per altre cene a parti invertite.

Ho partecipato alla prima serata – ospiti DABASS con il suo cuoco Andrea Marroni e Il Nemico con il mixologist Antonio Rosato – sperimentando veri e propri colpi di genio. Di genio e di ingegno, come dimostra la crema di cavatelli al pomodoro bio – sì, proprio i cavatelli frullati – che fa da specchio a un uovo poché: un piatto destinato a rimanere nella carta di Modus. O la cialda di pane raffermo millimetricamente sottile dell’amuse-bouche. O il riutilizzo della pelle di baccalà nella vellutata di ceci!

Quanto costa? Il menu completo, dall’amusebouche al dolce, € 50 soft drink inclusi.
Tenere d’occhio i canali social di Modus per le prossime serate Re-modus!

Il Consiglio testato: La scarola ‘mbuttunata. Un tesoro di bontà.

Modus. Via Maffei 12, angolo Fogazzaro. Tel. +39 02 82860006

Daniela Ferrando

[Immagini: iPhone di Daniela; cover: dettaglio dalla “Giuditta” di Caravaggio]