Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

BLOGVS | April 20, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

Pranzi di Ferragosto

Pranzi di Ferragosto
Emanuele Bonati

Il pranzo di Ferragosto a Rapallo, quando c’ero (ma sì, tutto sommato c’ero quasi sempre), lo facevamo a casa. Come sempre, quando c’eravamo tutti, così anche quando eravamo solo noi due.

Il pranzo di Ferragosto quand’eravamo piccoli lo facevamo dai nonni. Passavamo tutta l’estate a Castione dei Marchesi, vicino a Fidenza. La nonna preparava un pranzo pantagruelico, sempre. I suoi cappelletti (ripieno: parmigiano, uova, noce moscata) c’erano sempre. Uno dei nostri ricordi più buoni. I salumi. E poi i bolliti, per il brodo, e con le salse verde (prezzemolo, pane secco rinvenuto nell’aceto, uovo sodo, acciughe?) e rossa (cipolle, concentrato di pomodoro…). L’oca arrosto. Le patate al forno. I pomodori al forno, i perini con un po’ d’olio, quelli rotondi, col pangrattato eccetera. Le torte, le crostate. La torta sorbettiera – la mia preferita.

Il pranzo di Ferragosto a Rapallo, da quando abbiamo la casa. Ricordo le peperonate con le cotolette, le trofie col pesto, o i pansotti, col sugo di noci, che prendevamo nel negozio nella via che dalla chiesa portava a piazza Venezia. A volte, mangiavamo ai bagni. Cucinavano bene. E poi, da soli, ti facevo il pesce, anche se non ti piaceva un gran che, l’idea del pesce – ma se lo facevo io, diventava buono, quasi sempre, molto. Sì, ti piaceva.

Il pranzo di Ferragosto a Rapallo. Accidenti, qualche volta non ci sono stato. Come qualche volta, spesso, non ero a casa a cena, la sera. Da ultimo, te ne lamentavi un po’, non ti piaceva mangiare da sola. Scusami, se non ci sono stato abbastanza. Ma le mamme sono eterne, le mamme ci sono sempre, avevamo tutto il tempo del mondo.

Il pranzo di Ferragosto a Milano, quest’anno. Non so cosa mangerò. Forse mi faccio un bel risotto, ti piaceva. Forse vado a Expo, e ancora una volta penserò, ecco, questo l’avrei preso per portarlo alla mamma.

Il pranzo di Ferragosto. Senza la mamma.

Emanuele Bonati

 

Submit a Comment