Di Sissi (Milano, piazza Risorgimento) se ne è parlato, se ne parla e se ne parlerà. E quindi repetita juvant.
La più buona caponata mai mangiata in vita mia. Mi spiego: magari ce n’è una migliore da qualche parte, in qualche casa di vattelappesca o in qualche trattoria di chissàdove. Ma quando una cosa riesce alla perfezione è “la migliore del mondo”.  Oltre tutto non in un vero e proprio ristorante ma in una, se pur particolare, pasticceria.

E’ successo ieri all’ora di pranzo nella snobbissima Sissi – vicino al san Francesco chiamato dai milanesi il “cinq e tri vòtt” (cinque e tre otto)  per via delle dita esibite dalle mani in segno di saluto.

C’è da sapere – ma non è una mia scoperta – che fanno delle brioche siciliane belle da vedere e buonissime ma che finiscono troppo alla svelta. Le granite (di mandorle, gelso, limone) sono fatte comediocomanda. (E non fanno venire in testa il tipico “pic” come succede con le granite ghiacciate.)  La granita di caffè con panna è l’endecasillabo (per la precisione: ù-na-gra-nì-ta-di-caf-fè-con-pàn-na) preferito dai poeti buongustai – e qui è recitata alla perfezione. Qualche volta (ma solo qualche volta) mi è capitato di gustare una “cosa” di pinoli (crema? gelato? granita? mousse?) a cui penso quando devo pensare al perfetto equilibrio dei gusti.

Insomma qui se la tirano un po’ (soprattutto con quelli che se la tirano) ma ne hanno ben donde. L’atmosfera è cosmopolita e familiare. Si passa con naturalezza dal francese al milanese. Nella stagione che lo permette ci si può accomodare in un piccolo cortile con un bersò di vite e glicine e delle sedie di plastica verde così bruttine e stonate con tutto il resto che viene da pensare che le abbiano scelte apposta per farsi criticare almeno su qualcosa.

Albert

[immagine da cucchiaio.it]