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BLOGVS | March 28, 2024

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El Vin de Milan, non è solo vino

El Vin de Milan, non è solo vino
Marco Lupi

El Vin de Milan: finalmente Milano ha il suo vino, proprio in senso geografico. Ecco el Vin de Milan, quando l’Italia dei campanili fa squadra e l’enoturismo non è solo vino: sin tratta di un viaggio alla scoperta di produttori che esaltano le qualità nel territorio della Collina Milanese. Sì perché San Colombano al Lambro (San Culumban al Làmbor in dialetto banino) è ancora in provincia di Milano. E noi abbiamo viaggiato tra la storia, la cultura e le eccellenze del territorio – vini, formaggi, salumi.

Il nostro viaggio è iniziato all’alba, nella calura di un sabato di Maggio, con i racconti di Ambrogio Abbá (titolare del Caseificio Zucchelli Orio Litta). Qui il Granone Lodigiano, nel lontano 1732, ha avuto i suoi natali, per poi confluire in quel gioiello che oggi conosciamo come Grana Padano.

Colpiti dalla precisione di ogni gesto, di ogni azione, dalle temperature maniacali da ingegnere chimico (non sopra a…e  non sotto ai 54°) e dall’immensità, anzi dai grattacieli di forme di formaggio, che hanno il territorio come unica fonte del latte di produzione (le fattorie che conferiscono il latte non sono più lontane di 6 km).

Conquistati dal gusto tipico del Grana Padano, dalla sapidità bilanciata, nelle declinazioni dal 12 mesi fino a 6 anni e oltre, proseguiamo con gli abbinamenti di vini del territorio (più sapido, confortevole, di stacco, bianco, rosé o rosso, ecc…) .

Siamo poi entrati nella storia di una famiglia, quella di Carlo Gle Pietrasanta che, nel cuore della città di San Colombano, ha aperto le stanze storiche di famiglia, con i ricordi e con uno stupendo parco dove ‘abitano’ piante secolari che ti rinfrescano con questo primo caldo quasi estivo. Qui scopriamo i formaggi di Gino Verdi (di ERSAF) e le materie prime  gastronomiche del territorio, da assaporare ad occhi chiusi: se lo incontrerete, con lui scoprirete il vero gusto della vita.

Tutto abbinato in armonia (dalle scelte di Fabiano) prima con il ‘Verde’ (vitigno Verdea) di casa Pietrasanta, uno Charmat semplice ma da bere in ogni momento, qui come un fresco aperitivo…

… e 2 Rossi importanti del 2000, saliti alla luce, dalla riserva della Cantina e Barricaia Pietrasanta: un Pinot Nero 100%, caldo, avvolgente e intenso, e un Rosso della Costa, un taglio bordolese che con i suoi 22 anni ha voglia ancora di crescere.

Che sorpresa (ma non per chi conosce bene l’abile mano di Gino) il risotto con pannerone, pere e menta, cucinato egregiamente: gusto e cottura …stellare. E per chiudere in dolcezza, ma dolcezza casearia, i Formaggi di Gino (sì, sempre lui): Tometta alle erbe (dentro nell’impasto di lavorazione) dell’ Azienda Agricola Val del Fich capra vacca, il Formagdelfien una pasta dura saporita della val Brembana, il Grana Padano 36 mesi del Caseificio Zucchelli Orio Litta, l’antico stracchino orobico Latteria Sociale di Valtorta sac e lo Strachítunt DOP un erborinato sfizioso della Valtaleggio.

Ma non ci si può fermare: ed eccoci da Antonio Panigada titolare di Cantina Banino (nome nato dal nomignolo di SanColomBanino): Antonio, vignaiolo quasi per caso, ha dei principi molto chiari: la verità del vino sta in bottiglia, ci vorrebbe un etichetta parlante con gli “ingredienti” e allora si che ne vedremmo delle belle.

Ed eccoci alla degustazione: il Bianco 2006 collina del milanese Doc (Sauvignon, Riesling italico, Riesling Renano e Chardonnay) vinificato in cemento: mineralità spiccata, affumicato, cremoso e una leggera acidità.

Un salto nel passato, con la Riserva 1998 (Barbera 50% e croatina 50%) malolattica, affinamento in cemento + 2 anni di legno (di cui 50% in barrique nuove): terziari in evidenza, tannini ancora ben presenti, bello intenso e ancora in evoluzione. Ci congediamo con piacevole abbinamento quello con il suo passito di Verdea, la Collina del Milanese Passito IGT Aureum 2006, accompagnato alla Tortionata lodigiana di Galbiati (che non è la sbrisolona, anche se forse le assomiglia). In effetti Antonio, trascinato dall’irruenza e festosità dei presenti, si produrrà, a nostro grande beneficio, in una verticale di Aureum verso annate più giovani.

La giornata del el Vin de Milan verte al termine: ed eccoci con Gianenrico Riccardi titolare di Nettare Dei Santi e visitare l’imponenza della sua cantina dove nascono Bianchi, Rossi, Bollicine Charmat, Metodi Classici e passiti. Purtroppo non siamo riusciti a gustarli tutti.

Bellissima la versione rosé del Domm, gustato come semplice, si fa per dire, aperitivo: una bollicina delicata non invasiva e con un profumo appagante.

E poi ancora territorio gastronomico in un’atmosfera elegante, al tramonto, con una vista infinita che arriva fino alle montagne bergamasche: un antipasto con il Salame al Roverone (il rosso San Colombano DOC Vigna Roverone Riserva), il cacciatore Lodigiano, il lardo venato, la giardiniera del Cerreto (delicata e bilanciata l’acidità) e una classica parmigiana di melanzane. Tutto abbinato con il Domm questa volta quello MetodoClassico chardonnay e Pinot Nero: abbinamento non scontato, ma che sposa bene i diversi sapori – bravo Fabiano.

Tutto queste delizie le ritroviamo racchiuse in un abbraccio, insieme ai salumi di Salumificio Bertoletti e ai vini Az. Vitivinicola e Agrituristica Panizzari che purtroppo non abbiamo potuto conoscere nel seguito del viaggio, della successiva giornata dell’enonauta goloso.

Questo è l’enoturismo che cresce e si evolve (ne parlavamo già qui). Si perchè oggi, grazie anche al el Vin de Milan, possiamo veramente parlare di EnoGastroTurismo: la dove il territorio con le sue eccellenze, di vino, di cibo, di storia e cultura fanno sistema, e  rendono il viaggio degli enogastroNauti un esperienza unica che sia può provare solo in un paese al mondo: l’Italia!

Svegliati quindi Italia, dal tuo torpore, la ricchezza non la devi cercare altrove, la ricetta è molto semplice: vini, cibi, cultura, turismo, e qualche goccia di sorrisi, tutto a kmzero.

Non scontati: i complimenti ad Anna Maria Corrù e Fabiano Mazzara per l’organizzazione.

Ed ora prepariamoci a festeggiare il 30° compleanno di Cantine Aperte con il Movimento Turismo del Vino di Lombardia.