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BLOGVS | April 25, 2024

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Storie, persone, e vini da Vinitaly 2017

Storie, persone, e vini da Vinitaly 2017
Marco Lupi

Il Salone internazionale dei vini meglio conosciuto come Vinitaly è giunto all’edizione numero 51, che per quattro giorni, dal 9 al 12 aprile, ha animato Verona. Nel 2016 le presenze sono state oltre 130.000, di cui 50.000 straniere. Gli organizzatori prevedono di superare queste cifre. Le aziende espositrici sono 4.120 a cui si sommano le 291 di Sol&Agrifood e le 200 di Enolitech.

Così come lo scorso anno  parlammo di ‘Persone’ dietro la vigna, quest’anno vorrei replicare, con qualche deviazione. Ma prima di iniziare vorrei sottolineare un elemento importante nel panorama dell’economia italiana : il Vino nel mondo ha ormai soppiantato la moda come simbolo della nostra bella Italia.

Partiamo con una coincidenza: a distanza di 12 mesi dal Vinitaly2016, la sera prima del 9 aprile, giorno dell’inaugurazione, incontro nuovamente, ma per un aperitivo milanese, un Massimago, questa volta è Brut – ma buono, un’azienda quella di Mezzane di Sotto (VR) che con le sue espressioni di Valpolicella ci aveva colpito lo scorso anno. In effetti era stato il giovane Matteo che quest’anno (anche se è qui solo da qualche mese) ci ha ‘attirati’ a provare i vini di Santa Sofia: ancora giovani, ancora poco maturi a nostro avviso, ma la passione di Matteo è sempre la stessa, ed è una promessa per il futuro.

 

Daniele Ricci e il suo Timorasso

Ricci

Il primo incontro veronese in effetti è stato con un altro vino, il Timorasso, un piemontese antico, ma riscoperto dai più solo da qualche anno. Si tratta di un vitigno autoctono della provincia di Alessandria, a bacca bianca di qualità.

Noi ci siamo imbattuti in una verticale di Timorasso – anzi, con una diagonale, anzi, una verticale storta. Sì perché qui a Vinitaly questo vitigno ogni anno ha cambiato faccia, lavorazione, e ancor di più affinamento: veniamo infatti travolti da Daniele Ricci, il “vignaiolo anarchico” dell’azienda omonima, che mesce i vini come un direttore d’orchestra, volgendosi a tutti gli enonauti presenti. pronti ad ascoltare questa sua strana sinfonia. Qui è il festival del Timorasso: il San Leto etichetta Blu 2010, il Giallo di Costa 2010, il San Leto etichetta Verde 2009 che ha maturato in Botte d’Acacia, il Giallo di Costa 2012 rimasto a contatto con le bucce per circa tre mesi, il ‘Io Cammino da Solo’ 2012 che ha maturato in Anfora e in Botte di Castagno e per chiudere il il San Leto 2004 che ha vissuto chiuso tantissimi anni prima di arrivare a noi, e lo si vede dal suo colore dal giallo caldo intenso. E i profumi e le percezioni – tutti diversi in un crescere di frutti esotici.

 

Quando il Vino è anche solidale

MTV 

Il Vino è cultura, è piacere, è territorio – è anche di più quando c’è di mezzo il Movimento Turismo del Vino Italia: può Infatti diventare anche solidale, quando si crea una “Bottiglia Solidale” per sostenere le popolazioni colpite dal sisma del Centro Italia dell’anno scorso. Come  ha raccontato Serenella Moroder, vice presidente di MTV Italia e presidente di MTV Marche, con il ricavato dalla vendita delle bottiglie verrà acquistata un’ambulanza. Mentre il presidente Carlo Gle Pietrasanta ha presentato, per festeggiare il 25° di Cantine Aperte, un calice griffato per la ricerca (in collaborazione con Rastal Glass), che verrà messo in vendita a maggio e il cui ricavato sarà devoluto ad AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro

 

Novità nel vino

lEtoile

Come per tutti i settori, anche in quello del vino spesso ci si chiede: ma si può ancora creare qualcosa di nuovo? Direi di sì – o almeno è quello che ho pensato entrando nel mondo del Podere Castel Merlo (azienda di Villongo, a due passi dal Lago d’Iseo). Il Sales Manager Alberto Faverzani ci ha presentato la loro nuova Etoile, anzi non una stella ma due: e non pensate subito a un dosaggio zero (in effetti questa è la prima impressione all’occhio). No: si tratta di un perlage assai prezioso in due tonalità: L’Etoile e L’Etoile Rosè. il primo, un metodo Classico, con polvere d’oro, e il rosè (di uve merlot) con pagliuzze d’argento, ovviamente imbottigliati in una magnum insolita. Insomma – non solo vino dentro la bottiglia. Non ci è stato possibile degustare le due stelle, ma tra quelli provati abbiamo indubbiamente apprezzato il Cretarium Brut Nature (un dosaggio Zero, 80% Chardonnay + 20% Pinot bianco).

 

Quando il vino, anche quello delle grandi aziende, significa ancora rapporto con il cliente

Zorzettig

Sarò ripetitivo (sì, lo dicevamo anche lo scorso anno), pedante, forse anche un po’ romantico, ma quando a fianco di un buon vino c’è anche una calda accoglienza – il gioco è fatto.

L’ospitalità e la cortesia della famiglia Zorzettig Vini vi stupirà: qui si tratta di Accoglienza con la A maiuscola, rivolta al grande distributore ma anche al piccolo consumatore. E siamo di fronte a un’azienda che produce 1.000.000 di bott/anno. Ma Annalisa Zorzettig ovviamente stupisce anche con i suoi vini. Questa volta abbiamo incontrato la Malvasia – quella Istriana, detta anche Friulana. Dopo il travaso di fine fermentazione il vino è rimasto sulle fecce nobili fino a marzo 2015.

 

Quando il vino è anche divertimento

Frescobaldi

E come non ricordare i racconti e gli aneddoti avvincenti e divertenti di Nicolò D’Afflitto (enologo della Maison toscana Frescobaldi), che accosta tecniche di lavorazione sartoriale a un approccio che definisce ‘senza sompromessi’: basta alla troppa maturazione, basta al barricato – tutto ciò  anche grazie a una nuova pressa ‘sofficissima’ che non schiaccia l’uva ma la ‘abbraccia’ per farsi restituire un nettare.

Anche se Il Leonia Brut è stato il principe di questa degustazione insieme all’Aliè (un rosè che ogni anno impegna profondamente l’enologo per ricostruire quel delicato colore), noi abbiamo preferito il Benefizio Riserva 2015, uno Chardonnay affinato in barrique di rovere per 10 mesi (forse non ha aiutato la temperatura eccessivamente bassa dei vini). Qui in Toscana, nella patria dei rossi più famosi al mondo, ci siamo gustati bollicine e vino bianco (ma non chiamatele bollicine, vi dirà Nicolò). E il divertimento ? Se andate a trovare Nicolò, vi racconterà tanti aneddoti divertenti e anche un po’ pepati (in fondo siamo o no in Toscana?.)

 

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