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BLOGVS | December 10, 2024

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Marco e i Peckarelli di Peck

Marco e i Peckarelli di Peck
Marco Giarratana

Dici Peck e pensi prodotti gastronomia costosa per gente facoltosa – e mai ti verrebbe in mente di introdurti nella boutique di via Spadari a ordinare un gelato. E invece no. Cioè, è vera la prima parte ma anche la seconda, ovvero che dal marchio fondato a Milano nel 1883 un gelato lo si può mangiare senza svenarsi.

Preparati con latte e panna provenienti da allevamenti del Lodigiano, frutta secca e fresca di stagione e selezionata, come il melone mantovano e la mandorla della Val di Noto, i gelati di Peck vengono creati in loco nei loro laboratori e passano direttamente al bancone. Non sono impiegati coloranti, additivi o grassi idrogenati, garantendo così al prodotto ottimi standard di freschezza.

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Eccomi quindi davanti al bancone dei gelati artigianali di Peck, pronto per una breve degustazione che, devo dirlo, non parte alla grande. L’assaggio di prugne e armagnac è poco esaltante e la nota alcolica del cognac predomina. La prugna è assente e mi sembra zabaione, tant’è che, senza filtri come un bambino, lo dico e mi vengono rivolti sguardi carichi di punti interrogativi. Passo al test del pistacchio, che per me è la cartina di tornasole di una buona gelateria. Qui si fa sul serio, il colore tende al marrone (quindi è privo di coloranti), la crema ha la piacevole nota burrosa tipica della frutta secca, ed è arricchita da una granella di pistacchio. Manca il gioco dolce-salato solo perché i pistacchi impiegati sono tostati ma non salati.

 

Altro cucchiaino, altro assaggio: la pesca, uno dei gusti con frutta di stagione. Delicata, il sapore del frutto è tenue e avvolgente. Così come buone impressioni mi desta l’anguria che ancor prima di metterla in bocca rivela il suo caratteristico aroma. Densa e compatta, la crema risulta molto piacevole al palato.

In tutto questo va dato atto che nessuno dei gusti provati eccede in dolcezza, personalmente un quid dato che trovo stucchevoli i dolci troppo dolci (mi si passi il cortocircuito linguistico).

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Passo quindi ai Peckarelli a stecco, che sono un po’ i prodotti di punta di questa gelateria. Ci sono diverse proposte: gelato al mango e lime ricoperto di cioccolato bianco e scorzette di lime, aromatico cuore di caffè ricoperto di finissimo cioccolato fondente, gelato al cocco ricoperto di cioccolato fondente e scaglie di cocco. Io mi lancio su quello al tiramisù anche perché mi viene detto che all’interno c’è del pan di spagna bagnato al caffè.

E così sia. Addento e la copertura di cioccolato bianco si spacca con un suono croccante ma non si sfalda in mille pezzi, regge molto bene. L’interno e morbido e non tradisce le aspettative, il caffè si muove sinuoso tra le papille mentre la crema del gelato lo supporta a dovere. Anche qui la dolcezza non è mai disdicevole e opprimente.

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Devo ammettere che non ha nulla da invidiare a più blasonati prodotti industriali a stecco, il che potrebbe sembrare un insulto e invece è una nota di merito perché è segno di un prodotto artigianale fatto con estrema maestria.

Per quanto concerne i prezzi, le coppette vanno dai 3,50 ai 6 € (5 e 7€ con macaron), sicuramente sopra la media-cartello meneghina. Cassata a 11 al pezzo; a peso, il gelato viene 30€/kg, Sorprendentemente, i Peckarelli sono a 3.90 € l’uno.

Un assaggio è doveroso.

 

Marco Giarratana

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