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BLOGVS | March 28, 2024

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Mi ricordo, sì, io mi ricordo. Grazie zii

Emanuele Bonati

La zia Wanda è morta alla fine di luglio, a 94 anni. Lo zio Renato l’ha seguita dopo tre settimane, anche lui 94 anni. Dopo 77 anni percorsi tenendosi per mano, lui l’ha raggiunta, e le ha preso, di nuovo, la mano, per camminare, ancora, insieme.

Non voglio ricordarli qui – la nostra vita, la nostra storia, la nostra famiglia sono una delle cose belle, di cui tutti noi – io, mia madre, i miei fratelli, i loro figli e nuore e nipoti – rimarremo custodi e testimoni. Ma voglio ricordare qui qualcuno dei piatti, dei sapori che ci hanno accompagnato. Alla rinfusa, sull’onda delle emozioni. Con il gusto della memoria, il piacere della vita trascorsa, il rimpianto il dolore, il sorriso.

Mi ricordo, sì, io mi ricordo.

Mi ricordo anzitutto le feste in famiglia, i compleanni, e soprattutto i pranzi di Natale, il laboratorio della sartoria (in via Montenapoleone prima, in via Bigli dopo) trasformato in una lunga lunghissima sala da pranzo, unendo i tavoli da lavoro, ricoprendo i tavoli gli scaffali le macchine da cucire di carta dorata. Gli antipasti, i salumi, i patè le gelatine il mambrè, portati la mattina stessa dal Salumaio di via Montenapoleone, l’insalata russa fatta dalla Pina Croce. I piatti preparati in casa, il brodo fatto col cappone (quello della campagna, che andavamo a prendere dalla nonna, la mamma della mamma, l’altro ramo della famiglia), il tacchino, ripieno, con le castagne, la mostarda. Le aragoste. Il panettone, enorme.

Mi ricordo i ristoranti, le pizzerie. Calafuria, dove se non ricordo male la zia aveva avuto la ricetta del tiramisù, che stava allora diventando di moda. Il ristorante di Rapallo dove – una delle prime volte che eravamo lì – avevo preso un ottimo pagello alla champagne, e forse l’avevo fatto prendere anche alla zia, e comunque le era piaciuto moltissimo. Da Mario a Santa Margherita, un pesce freschissimo ottimo, abbondante, le teglie di patate e porcini che segnavano la fine della stagione… Il ristorante del Circolo Volta.

Mi ricordo i friscieu, le frittelle di mele che si mangiavano a volte a casa loro – lo zio era genovese. Il minestrone col pesto.

Mi ricordo a Rapallo i negozi preferiti, quello per la focaccia, per il pesto, la macelleria, la salumeria.

Mi ricordo le bottiglie di Lancers, di Mateus, di champagne, che piaceva alla zia.

Mi ricordo il salame “pisellino” che negli ultimi anni portavo loro da Rapallo. La zia ne era golosa, e lo chiedeva spesso.

Mi ricordo la zia Wanda e lo zio Renato. La loro vita, la nostra vita.

Emanuele Bonati

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